Da vesuvianando….

SPUNTI DI RIFLESSIONE

 
La situazione drammatica che stiamo vivendo, come mondo dei trasporti, a cui non eravamo abituati, porta a farci delle domande sul come sia stato possibile arrivare a tanto. E volendo restare nell’ambito della nostra azienda,la Circumvesuviana, gli interrogativi che ci si pone sono veramente tanti.
Prima dello scorporo ferrovia-autolinee, in base ai dati forniti dalla stessa azienda, il comparto ferro al netto delle infrastrutture aveva un costo/ricavo vicino al 40%, quindi nettamente migliore di quel 35% richiesto dalla legge.
Sono trascorsi alcuni anni e oggi ci dicono chela nostra Aziendaha debiti per centinaia di milioni e che il prossimo bilancio previsto al 30/04/2012, prevedrebbe un chiusura in perdita di alcune decine di milioni di euro per cui in mancanza di una sua ricapitalizzazione, la porterebbe al fallimento.
Come è stato possibile, tutto questo?
 
In questi anni, sono state realizzate e/o iniziate le seguenti opere:
  1. Pomigliano-Acerra;
  2. raddoppio Napoli-Scisciano;
  3. Bivio Botteghelle-San Giorgio;
  4. Torre Annunziata-Pompei;
  5. Torre Annunziata-Castellammare.
 
I finanziamenti ricevuti, per queste opere sono stati sufficienti o si è dovuti integrarli con risorse aggiuntive interne (e quindi non riconosciute).
All’apertura delle nuove tratte, il contratto di servizio è stato subito adeguato? E se lo è stato oltre ai km sono state tenute in conto tutte le variabili, quali l’aumento dei costi del personale per stazioni aggiuntive o la manutenzione d’impianti grandi anche dieci volte in più rispetto ai precedenti.
 
Ed ancora, i km che per anni l’assessore precedente ci ha richiesto perla Meta-Sorrentoci sono stati riconosciuti? E tutti i debiti che sono maturati per mancati riconoscimenti, adeguamenti e/o ritardati pagamenti in che misura sono stati e vengono ripartiti tra proprietà e azienda.
 
E gli investimenti fatti in nuove tecnologie (anche per questi ci è stato dato tutto il dovuto?), chi deve rispondere per il loro deuperamento o il loro mancato sfruttamento a pieno: Cavi a fibre ottiche, varchi automatici, computer ed emettitrici, sottostazioni elettriche, centraline acei, impianti di risalita, ecc.
 
E’ stata poi fatta la scelta, per risparmiare sul costo del personale, di impresenziare molti impianti, tralasciando per un attimo la considerazione che abbandonare il territorio fa abbassare la curva della qualità del servizio offerto, che una volta era il vanto della nostra azienda, oggi alla luce di tutti i danneggiamenti che ogni giorno ci vengono segnalati e che stanno facendo alzare questi si, la curva dei costi per ripararli, siamo certi che tra breve costi e benefici saranno a favore dell’abbandono.
 
L’ultima considerazione, la voglio fare sul materiale rotabile, prima o in concomitanza dell’acquisto dei Metrostar, venne presentato il progetto di Revamping per 50 dei vecchi treni, la mia domanda è meglio farsi finanziare un treno nuovo che è stato pagato euro 4.300.000 (24 x 4.300.000 = 103.200.000) o il revamping di 50 etr (50 x 900.000 = 45.000.000), con largo impiego delle nostre maestranze officina Ponticelli?
 

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